UNA BOMBA D’ACQUA PER L’ARSENALE DI PUTIN, Valerio Pellizzari

RIFUGIO VINCENZO LANCIA (IMMEDIATE VICINANZE), 14/7/2023, ORE 18.30

VALERIO PELLIZZARI (Italia)

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Putin stratega si ispira a Tamerlano
Sul fronte ucraino il Cremlino minaccia da mesi di usare armi nucleari. Non bastano i missili ipersonici e i droni, affiancati dai mercenari di Wagner e dai tagliagole ceceni per vincere. Nel frattempo Mosca ha bloccato il commercio del grano, come negli assedi medioevali. E l’ultima risorsa è stata l’esplosione della diga di Kakhovka allagando mezzo milione di ettari. Nel medioevo i fossati pieni d’acqua attorno alle mura proteggevano le città. Saddam venti anni fa bruciava il petrolio nei canali attorno a Bagdad per proteggersi con quel fumo. Nella guerra di Bosnia il sale a Gorazde assediata costava cento marchi tedeschi al chilo. E ancora prima la Corea del nord minacciava di allagare Seul facendo saltare una grande diga. Il medioevo è vicino, Putin in realtà si ispira a Tamerlano, arrivato in Russia sette secoli fa.

Valerio Pellizzari è giornalista e scrittore. È stato inviato speciale de “Il Messaggero” e poi editorialista de “La Stampa”. Ha seguito per oltre quarant’anni gli avvenimenti che hanno sconvolto l’Europa dell’Est – compresa la Guerra civile jugoslava, il Maghreb, il Medio Oriente, l’Asia centrale e l’Estremo Oriente. Ha potuto conoscere da vicino molti protagonisti dell’ultimo Novecento e del nuovo secolo. Ha collaborato con numerose testate internazionali tra le quali International Herald Tribune, Libération, El País, BBC, Al Jazeera. Tra i suoi libri più recenti “La stanza di Ali Baba. Cronache di un Iraq sconosciuto” (Sperling & Kupfer 2004), “In battaglia, quando l’uva è matura” (Laterza 2012), che riassume quarant’anni di esperienze afgane dirette. La sua produzione precedente ha toccato vari scenari in libri come “L’Asia dopo il ping pong” (Pan editrice 1973), “Vietnam senza memoria” (Vallecchi 1985), “Kabul Kabul” (Vallecchi 1989), scritto assieme all’amico Ettore Mo sull’occupazione sovietica e la guerriglia afgana. Ha ricevuto il premio “Max David” per l’inviato speciale, è stato tra i fondatori del Premio Terzani.

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