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GEOGRAFIE SUL PASUBIO – FOLDER

FOLDER CATALOGO DEL FESTIVAL

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GEOGRAFIE SUL PASUBIO

Quattro giorni di passeggiate e trekking sui sentieri del Monte Pasubio, pernottamenti in rifugio, incontri con reporter.

Dedicato alle persone curiose, disposte a usare testa e gambe per inseguire le storie. Il reportage nella sua forma più trasversale e originale.

Geografie sul Pasubio è un progetto di Keller Editore in collaborazione con i Comuni del Pasubio (Posina, Terragnolo, Trambileno, Vallarsa e Valli del Pasubio) e con la partnership del settimanale «Internazionale».

crediti fotografici
Disegno in copertina di Roberto Abbiati
Fotografie interne: luoghi vari del Monte Pasubio,

Archivio fotografico Keller editore

Testi E. Grassi

GEOGRAFIE SUL PASUBIO

14-17 luglio 2022

Geografie sul Pasubio si occupa del reportage nella sua forma più trasversale e originale. È un progetto attento alle molte forme con cui si possono raccontare i territori, i luoghi e ciò che contengono o li attraversano: paesaggi, città, fiumi, persone, memorie, animali, nature, società, fatti politici e storici, esistenze individuali…

Un modo per confrontarsi con le vecchie e nuove geografie, quelle delle mappe e quelle impalpabili e poco definibili che non si possono mettere su carta.

La quinta edizione di Geografie sul Pasubio torna alla sua programmazione su più giorni. L’ascesa lungo i sentieri porta a luoghi di dialogo, a incontri con autori e reporter che quest’anno provengono da varie parti d’Europa: gli italiani Gabriele Battaglia, Valentina Parisi, Valerio Pellizzari, Andrea Pipino, l’italogiapponese Junko Terao, lo svedese Albin Biblom, lo spagnolo Sergio Del Molino, lo slovacco Tomas Forro, il polacco Witold Szabłowski, il tedesco Uwe Rada.

Gli incontri con i reporter e gli autori avvengono in quota, in luoghi che possono essere raggiunti a piedi.

L’accesso agli eventi del 14/7 e del 17/7 può avvenire anche con mezzi. Per i più avventurosi e per chi è alla ricerca di un’esperienza speciale c’è anche un trekking che collega in quattro giorni tutte le location degli interventi, con pernottamento in rifugio, e la possibilità di incontrare i reporter anche al di là degli incontri ufficiali (numero posti limitato e iscrizione obbligatoria sul sito geografiesulpasubio.it).

Chi invece vuole partecipare ai singoli incontri – tutti ad accesso libero e gratuito – può risalire i sentieri, in autonomia o in compagnia, con lo zaino in spalla fino ai luoghi che ospitano gli interventi e i dialoghi e poi riscendere a valle.

Il centro di tutto resta una montagna simbolo come il Monte Pasubio, carica di significati culturali, storici, paesaggistici (da sempre un monte-confine) nei quali Geografie si rispecchia alla perfezione interpretando il reportage come spazio per il pensiero e “l’azione”, per il confronto e la ricerca, come spinta a superare frontiere e barriere… ma Geografie punta anche a riportare sulle terre alte energie, pensiero e capacità di individuare nuovi percorsi.

Nel Novecento le montagne e tanti luoghi marginali hanno donato molto – in termini di uomini, donne, forza lavoro, destini, sogni – alle città e alle pianure.

Ci piace pensare che per quattro giorni questa tendenza si possa invertire e che il Pasubio possa accogliere in nome di molti altri territori montani il pensiero, la creatività e la voglia di conoscere, tornando a essere centro vitale di relazioni, incontri e riflessioni.

Giovedì 14 luglio

KALININGRAD

LA CITTÀ BIFRONTE

Valentina Parisi

TERRAGNOLO, IL MASETTO, ORE 18

In questi giorni il nome della città sul Baltico è tornato alla ribalta per i fatti legati alla guerra ucraina e alle tensioni geopolitiche.

Kaliningrad però è anche qualcosa di molto particolare.

Anzitutto prima di Kaliningrad esisteva Königsberg, la città tedesco-prussiana di Kant, Gottsched, Herder, Hannah Arendt…

Rasa al suolo nel 1944 (prima dagli Alleati e poi dall’Armata Rossa) lasciò il posto a Kaliningrad.

“Enigmatica come una delle città invisibili di Italo Calvino, questa exclave russa situata in riva al Mar Baltico cela storie dimenticate, come quella dei tanti prigionieri di guerra, anche italiani, che vi hanno lavorato fino all’aprile 1945, nelle fabbriche del Terzo Reich…” (dalla quarta di copertina del volume di Parisi edito da Exorma).

valentina parisi si occupa di letteratura russa presso l’Università degli Studi di Pavia, ha tradotto dal russo opere di Alexandra Petrova, Lev Šestov, Pavel Florenskij, Léon Bakst, Pavel Sanaev, Vasilij Grossman, Anton Čechov, Vasilij Golovanov e, dal polacco, testi in prosa di Wisława Szymborska, Adam Zagajewski, Hanna Krall, Stanisław Lem. Tra le sue pubblicazioni Una mappa per Kaliningrad. La città bifronte edito da Exorma (2019), Il lettore eccedente. Edizioni periodiche del samizdat sovietico, 1956-1990 (Il Mulino, 2014) e la Guida alla Mosca ribelle (Voland, 2017).

accesso. Da Rovereto imboccare da Piazza Rosmini la SP2 per Terragnolo. Giunti all’abitato di Piazza prendere a destra per Passo Borcola (SP138) e dopo poco ancora a destra in direzione Geroli. Proseguendo per circa un chilometro si raggiunge Il Masetto. Da Vicenza portarsi a Posina e quindi al Passo della Borcola. Una volta superato si prosegue fino a trovare a sinistra la deviazione per Geroli.

VENERDÌ 15 luglio

IL FIUME ODER.

DA CONFINE DELLA GUERRA FREDDA A…

Uwe Rada

MONTE PASUBIO, MALGA BISORTE, ORE 12

Tutti noi conosciamo e sappiamo in un certo modo almeno collocare sulla mappa fiumi com Volga, Danubio, Don, Dnepr, Reno, Elba. Per alcuni di loro recuperiamo nella memoria fatti storici, il loro valore dall’età antica in poi. Ma ci sono altri corsi d’acqua che risuonano nella testa solo come già sentiti o a volte nemmeno in quel modo: Oder, Memel, Nemunas… Fiumi di cui sappiamo poco o nulla. Uwe Rada si è occupato a lungo dei paesaggi culturali dei fiumi (e dei loro bacini) che sfociano nel Baltico. Alcuni furono un tempo linee di confine della guerra fredda come l’Oder, altri collegavano e collegano il cuore “russo” con le Repubbliche baltiche… tutti oggi sono parte, in ogni caso, di nuove geografie.
Con Rada ci occupiamo, da un angolo visuale molto originale, di un’area che sta tornando prepotentemente al centro degli interessi e della Storia attuale. Uwe Rada segue la vita dell’Oder e racconta le storie di questo fiume, che parlano di guerra, separazione e riconciliazione, ma soprattutto di speranza in un futuro comune.

uwe rada, classe 1963, è redattore del quotidiano “TAZ” e autore. Vive a Berlino. Ha ricevuto varie borse di studio e premi per il suo lavoro giornalistico (Fondazione Robert Bosch e Goethe Institut tanto per citarne alcuni). Ha pubblicato diversi libri sul paesaggio culturale e la storia dell’Europa centrale e orientale e anche un volume sul Mare Adriatico.

accesso. Da Geroli portarsi fino al Masetto e poi proseguire lungo strada forestale per circa 3 ore.

VENERDÌ 15 luglio

GLI ORSI DANZANTI

DELLA BULGARIA

Albin Biblom, Andrea Pipino

MONTE PASUBIO, RIFUGIO LANCIA (VICINANZE), ORE 16

Il fenomeno degli orsi ballerini è esemplare dell’intervento di mutamenti sociali, di costume e anche di nuove sensibilità oltre che di nuove regole all’interno di Stati e popolazioni. Questi mutamenti li ha dovuti affrontare, ad esempio, la Bulgaria dopo l’adesione alla comunità europea: ossia abbandonare pratiche secolari (diffuse anche in altre parti dell’Europa centro-orientale) di addestramento degli orsi al ballo; pratiche spesso crudeli o comunque non rispettose della natura e dignità degli animali ma che per alcune parti della popolazione erano un forma di economia. Le fotografie di Biblom fissano un fenomeno un momento prima della sua scomparsa. Ultima testimonianza di animali e padroni. Crepuscolo di una pratica secolare, momento di cambiamento e anche di tensioni.

Alcune foto di Biblom sono state utilizzate anche all’interno del volume Orsi danzanti. Storie di nostalgici della vita sotto il comunismo (Keller 2022, trad. L. Masi) di Witold Szabłowski e sono state esposte al Natuurmuseum Groningen. All’incontro sarà presente anche il reporter polacco Szabłowski e, come moderatore, il giornalista ed editor per l’Europa centro-orientale di «Internazionale» Andrea Pipino.

albin biblom nato nel 1975 in Svezia, ha studiato all’International Center of Photography di New York (USA) e alla Gerrit Rietveld Academy di Amsterdam (Paesi Bassi). Si occupa di fotografia e documentari.

accesso. Da Rovereto (piazza del Podestà) per SP46 della Vallarsa, quindi SP50 per Trambileno fino a località Giazzera. Potete proseguire fino al parcheggio del Sasson e quindi a piedi per segnavia 101 (ca. 1 ora) o partire direttamente da Giazzera a piedi (segnavia 101) in ca. 2,5 ore di cammino.

VENERDÌ 15 luglio

Nostalgie imperiali:

Alaska e Curili

Valerio Pellizzari

MONTE PASUBIO, RIFUGIO LANCIA, ORE 18

La guerra che non si chiama guerra in Ucraina ha risvegliato (innescato) nostalgie imperiali. Dall’Alaska zarista venduta agli Stati Uniti, alle isole Curili che paralizzano la pace con Tokyo, all’Antartide avvistato due secoli fa dai russi per primi. Tra propaganda e scioglimento dei ghiacci, Mosca ancora una volta identifica la frontiera con il fronte militare, presente o futuro.

valerio pellizzari è giornalista e scrittore. È stato inviato speciale de Il Messaggero» e poi editorialista de «La Stampa». Ha seguito per oltre quarant’anni gli avvenimenti che hanno sconvolto l’Europa dell’Est – compresa la Guerra civile jugoslava , il Maghreb, il Medio Oriente, l’Asia centrale e l’Estremo Oriente. Ha potuto conoscere da vicino molti protagonisti dell’ultimo Novecento e del nuovo secolo. Ha collaborato con numerose testate internazionali tra le quali International Herald Tribune, Libération, El País, BBC, Al Jazeera. Tra i suoi libri più recenti La stanza di Ali Baba. Cronache di un Iraq sconosciuto (Sperling & Kupfer 2004), In battaglia, quando l’uva è matura (Laterza 2012), che riassume quarant’anni di esperienze afgane dirette. La sua produzione precedente ha toccato vari scenari in libri come L’Asia dopo il ping pong (Pan editrice 1973), Vietnam senza memoria (Vallecchi 1985), Kabul Kabul (Vallecchi 1989), scritto assieme all’amico Ettore Mo sull’occupazione sovietica e la guerriglia afgana. Ha ricevuto il premio «Max David» per l’inviato speciale, è stato tra i fondatori del Premio Terzani.

accesso. Da Rovereto (piazza del Podestà) per SP46 della Vallarsa, quindi SP50 per Trambileno fino a località Giazzera. Potete proseguire fino al parcheggio del Sasson e quindi a piedi per segnavia 101 (ca. 1 ora) o partire direttamente da Giazzera a piedi (segnavia 101) in ca. 2,5 ore di cammino.

SABATO 16 LUGLIO

DONBAS

SUITE NUZIALE ALL’HOTEL VOJNA

Tomas Forro

MONTE PASUBIO, rifugio lancia, ORE 11

Quello di Forro è un reportage di valore che ci racconta il Donbas prima degli eventi bellici del 2022. Vi ha trascorso due anni, principalmente nelle aree controllate dai separatisti (uno dei pochi giornalisti occidentali che lì non ha lavorato per la macchina di propaganda russa) per raccogliere il materiale che ha dato forma a Donbas. Suite nuziale all’Hotel Vojna (un volume di oltre 400 pagine i cui diritti di edizione sono stati acquistati dalla casa editrice Keller nel 2021 e che è in via di traduzione).

Forro parla con persone su entrambi i lati del fronte, spesso rischia la vita e si reca di nascosto dove pochi giornalisti si avventurano. Descrive a fondo la situazione politica nell’Ucraina orientale e le tattiche russe della guerra ibrida, in cui il combattimento convenzionale si mescola alla guerriglia e i fatti alla propaganda. Le sue analisi sono sempre legate anche alle storie di persone per le quali la guerra e le sue conseguenze sono una quotidianità dolorosa. La grande politica si intreccia qui con la piccola politica, e il destino dei soldati con il destino delle famiglie comuni che hanno perso tutto nel conflitto.

tomas forro è un giornalista slovacco che si occupa di situazioni di crisi e conflitti principalmente nelle regioni dell’Europa centrale e orientale, dell’America Latina e dell’Asia meridionale. Sta pubblicando per lo più ampi reportage investigativi in vari media dell’Europa centrale e orientale come «Dennik N» (Slovacchia), «Polityka» (Polonia) e altri. Forro è stato due volte selezionato per il Czech Journalism Award ed ha ottenuto ben tre Slovak Journalism Awards.

accesso. Raggiungere il Rifugio Lancia e quindi seguire il sentiero 102 o 105. Circa 30/40 minuti di cammino.

SABATO 16 luglio

LA SPAGNA

VUOTA

Sergio Del Molino

MONTE PASUBIO, RIFUGIO LANCIA-Sella dei colsanti, ORE 16

Sergio del Molino è scrittore e giornalista pubblicato in Italia dall’editore Sellerio. Proprio da uno dei suoi libri prende il via l’incontro La Spagna vuota. Anche la penisola spagnola infatti ha conosciuto – al pari dell’Italia – l’abbandono delle campagne e delle province e un rapido processo di inurbamento. Se l’Italia ha visto le montagne diventare passo dopo passo sempre più spopolate, la Spagna ha assistito allo svuotamento delle province e all’espansione di città come Madrid e Barcellona e anche di centri di medie dimensioni come Saragozza. Del Molino ci regala un viaggio multiforme tra storia e geografia in una penisola iberica spopolata.

sergio del molino è nato a Madrid nel 1979. Scrittore e giornalista collabora con diversi quotidiani e programmi televisivi. Ha esordito nel 2009 con la raccolta di racconti Malas influencias, seguita nel 2012 dal romanzo No habrá más enemigo. Nell’ora violetta (Sellerio 2017) ha vinto il Premio El Ojo Crítico 2013 e il Premio Tigre Juan. Nel 2019 è uscito in Italia La Spagna vuota (Sellerio).

accesso. Dal rifigio V. Lancia imboccare il sentiero 131 per il Col Santo e raggiungere la Sella dei Colsanti (ca. 30 minuti di cammino).

SABATO 16 LUGLIO

COME SFAMARE

UN DITTATORE

Witold Szabłowski

MONTE PASUBIO, RIFUGIO LANCIA, ORE 18

Cosa mangiava Pol Pot mentre due milioni di cambogiani stavano morendo di fame? Idi Amin ha davvero mangiato carne umana? E perché Fidel Castro era ossessionato da una mucca in particolare? Viaggiando attraverso quattro continenti, dalle rovine dell’Iraq alle savane del Kenya, Witold Szabłowski ha rintracciato i cuochi personali di cinque “dittatori”: l’iracheno Saddam Hussein, l’ugandese Idi Amin, l’albanese Enver Hoxha, il cubano Fidel Castro e il cambogiano Pol Pot. Ha ascoltato le loro storie davanti a zuppe agrodolci, pilaf di capra, bottiglie di rum e giocando a gin rummy. Uno sguardo diverso e intrigante sulla vita sotto la tirannia.

witold szabłowski è nato nel 1980 a Ostrów Mazowiecki. Ha studiato Scienze politiche a Varsavia e Istanbul. In Polonia ha iniziato la carriera giornalistica collaborando con la rete televisiva tvn24. Nel 2006 è entrato nel gruppo di «Gazeta Wyborcza». Per i suoi reportage ha ottenuto importanti riconoscimenti, fra cui il Melchior 2007, la menzione di Amnesty International e il Premio Anna Lindh. Nel 2010 ha ricevuto il Premio del Parlamento europeo per il suo reportage Oggi giungeranno a riva due cadaveri. Per L’assassino dalla città delle albicocche (Keller, 2019) ha ottenuto il Premio Beata Pawlak ed è stato candidato al Premio letterario dell’Europa Centrale “Angelus” e al Premio letterario nike. L’edizione inglese ha ricevuto il premio del pen Club britannico e «World Literature Today» ne ha parlato come di uno dei libri più importanti fra quelli tradotti in inglese nel 2013. Tra gli altri suoi libri anche Orsi danzanti. Storie di nostalgici della vita sotto il comunismo (Keller, 2022).

accesso. Da Rovereto (piazza del Podestà) per SP46 della Vallarsa, quindi SP50 per Trambileno fino a località Giazzera. Potete proseguire fino al parcheggio del Sasson e quindi a piedi per segnavia 101 (ca. 1 ora).

DOMENICA 17luglio

CINA E ASIA

DOPO LA CRISI UCRAINA

Junko Terao, Gabriele Battaglia

MONTE PASUBIO, MALGA VALLI, ORE 14

Geografie sul Pasubio si conclude con un dialogo a due tra Junko Terao, italogiapponese ed editor per l’Asia di «Internazionale», e Gabriele Battaglia, inviato da Pechino per la Televisione e la Radio della Svizzera italiana. Al centro del loro incontro uno sguardo al presente e al futuro di Asia e Cina ponendo una particolare attenzione al diverso contesto internazionale imposto dagli eventi ucraini.

junko terao è l’editor di Asia e Pacifico. Italogiapponese, lavora a Internazionale dal 2010. In passato ha lavorato al Riformista e al Manifesto, e ha collaborato da freelance con diverse testate come socia di Lettera 22. È laureata in lingue e letterature orientali. È nata a Brescia ed è di casa a Venezia.

gabriele battaglia, classe 1966, vive a Pechino dal 2011, dove è corrispondente per la Radiotelevisione della Svizzera Italiana (RSI). Collabora con Internazionale e altre testate. Tra i suoi libri Buonanotte Signor Mao (Milieu, 2017), Fucili contro Burma (Informant, 2014). Nel 2021 è uscito per Prospero editore Massa per velocità. Un racconto dalla Cina profonda.

accesso. Da Rovereto per SP46 della Vallarsa, quindi SP50 per Trambileno. Poco prima di località fino a località Giazzera svoltare a sinistra e seguire strada per Malga Valli. Parcheggio in loco. Da Rovereto ca. 19 km.

GEOGRAFIE SUL PASUBIO

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